Insostenibile leggerezza di alcuni "concept marketing"
Un saluto cordiale a tutti.
Oggi desidero raccontare un episodio che recentemente ha interessato la mia quotidianità professionale.
Un episodio che mi ha colpito e che mi ha fatto riflettere significativamente.
Mi sento in dovere di premettere che il mio racconto non basandosi su fantasia ma su un fatto reale ha come obiettivo quello di dare un contributo formativo su una tematica a me molto cara.
Nulla di personale verso gli “attori” del fatto, anzi a loro va fin d’ora tutta la mia comprensione perché li considero vittime di una sempre più diffusa metodologia di vendita, (“commercial engagement”), che siamo soliti sempre più incontrare.
Il Fatto
L'analisi
Inizialmente stavo cancellando la mail dopo averla inquadrata come un solito e triste SPAN.
Poi da “uomo” di comunicazione e di formazione quale sono ho pensato che questa poteva diventare una buona opportunità di confronto con la comunità di LinkedIn per approfondire una tematica legata al marketing moderno.
Così ho deciso di rispondere alla mail con una risposta ben specifica sperando in una reazione di confronto con l’autore della mail, (ad oggi 24 giugno 2024 non ho ricevuto risposta).
Per dovere di cronaca in fondo inserirò la mia risposta originale in caso ci fosse qualcuno curioso di leggere quanto da me scritto.
Cosa non và e cosa non mi è piaciuto
Personalmente penso di aver individuato almeno 5 punti i grandi errori di comunicazione fatti.
Comprendendo bene che la “massa” a cui la mail era diretta difficilmente ci avrà fatto caso, permettendo così di riuscire a trovare delle situazioni di ingaggio “fruttifere”, (essere fortunati con la pesca?).
Quindi mi chiedo che tipo di connessione potrà mai avere il mittente con il sottoscritto? Quali sono le informazioni che ha raccolto su di me e sul mio business che dice conoscere con una indicazione totalmente generica da risultare da subito poco credibile?
Il tutto dando per scontato che tale azienda sia per “me” un punto di riferimento e rappresentativa verso il mio business d’impresa.
Se lo avesse fatto avrebbe capito che forse non sono un prospect giusto per la sua realtà di business.
Quindi di cosa si sta parlando?
Sono convinto che ci vuole del tempo per analizzare a fondo un “profilo” e lo si deve fare con metodo e logica se si desidera veramente entrare in contatto con un prospect.
Questa persona dice di aver dedicato (a me), parte della sua pausa pranzo.
La cosa mi rattrista perché ho paura che la persona si sia privata del piacere di gustare del ottimo cibo con magari anche un ottimo calice di vino, per seguire il mio BUSINESS.
E’ inevitabile il prossimo spunto, almeno per me e per come sono fatto.
Quanto "valgo" per il "venditore"?
Forse mi vogliono raccontare come sono stati bravi con il loro Cliente?
In caso sono felice per loro. Mi chiedo: chissà se mi avessero parlato anche dei loro insuccessi?
Magari anche parlando degli errori fatti che spesso sono più rappresentativi e fonte di vera fiducia lavorativa.
Le mie conclusioni/osservazioni
- Se l’intento era quello di creare interesse direi che nel mio caso si è raggiunto l’obiettivo opposto.
- L’obiettivo era quello di vendere un libro con un metodo vincente per fare business e diventare ricco? (stile numeri del Lotto?)
- Possibile che si utilizzino ancora questi sistemi di OUTBOUND MARKETING? Siamo in una realtà dove oramai i Clienti chiedono sempre più di essere considerati come “persona” e non smaterializzati in una DEM automatica e generata da un sistema che di fatto fa capire quanto poco sia credibile l’interesse sul business del cliente.
- Non penso si tratti solo di uno “script” impostato male, penso invece che dietro ci sia una logica comportamentale sempre più basata sui massimi sistemi e su un tentativo di “pesca di massa”. Alla fine la sensazione di sfiducia che si ottiene è dannosa anche per chi lavora diversamente.
- Personalmente sto cercando da anni di portare avanti progetti di INBOUND MARKETING basati sulla cura di ogni singola opportunità di vendita, antitesi di altre metodologie di vendita, (cosa non certo semplice e facile).
- Non a caso sempre più i sistemi di Referral Marketing stanno raccogliendo adepti, (anche in quello ci sarebbe da parlarne e forse lo farò in un altro momento).
CONCLUSIONI! Non è tempo di cambiare?
Siamo in un libero mercato e non voglio fare alcuna polemica, ma questi sistemi di “ingaggio” alla fine sono sicuro che possono creare molti più danni che benefici.
Il Cliente sempre più vuole:
- Essere contattato fin da subito per proposte concrete e credibili basate sul proprio business e non su quello degli altri. Non c’è tempo da perdere.
- Desidera essere considerato sempre di più come essere umano e non solo come opportunità di vendita/guadagno.
- Essere conosciuto da parte del venditore: significa che chi commercialmente si approccia alla sua realtà, sia disposto a sposare la sua causa e non solo la sua esigenza di fatturato. Il profiling e la conoscenza fanno la differenza sulla fiducia.
Ho la forte sensazione che si tenda ancora a cercare di massimizzare logiche piramidali da "coaching di vendita" vecchie di 10 anni, (generatrici di migliaia di libri che hanno fatto la fortuna degli autori e poca dei lettori).
Non mi resta che ringraziare chi ha letto il mio post, sperando che possa essere uno spunto di formazione per migliorarsi sempre.
Leggerò con gratitudine i Vostri preziosi commenti in LN da cui mi sembra sia partito il tutto (si spera).
A presto e buon lavoro.
Giovanni Massimo Corbetta